La Giornata mondiale del vento è l’occasione perfetta per fare il punto sul tema dell’eolico, una fonte di approvvigionamento cruciale per garantire a tutti un’energia pulita e accessibile.
UN PO’ DI STORIA
Per celebrare degnamente la potenza di questo elemento, schiacciamo Rewind e scopriamo le origini della cosiddetta “via del vento”.
Come ogni energia rinnovabile, infatti, anche l’energia eolica vanta una storia millenaria che si perde nella notte dei tempi.
L’uomo ha imparato a sfruttarla migliaia d’anni fa: la navigazione a vela risale, infatti, ad almeno diecimila anni fa, mentre i primi mulini a vento sono persiani e risalgono al 200 a.C.
Nei secoli seguenti i mulini a vento si diffusero in tutto il Medio Oriente, diventando una macchina d’uso corrente in agricoltura, e persino il grande Leonardo Da Vinci contribuì all’evoluzione di queste macchine.
Intorno al 1600 furono introdotte tecnologie più raffinate: le pale furono rese più aerodinamiche per meglio sfruttare la forza del vento.
A metà del XIX secolo l’invenzione della dinamo aprì nuovi orizzonti all’utilizzo dell’energia idraulica ed eolica e nel 1887 il francese Duc de La Peltrie costruì il primo aerogeneratore realizzato in Europa e destinato alla produzione di energia elettrica, sfruttando la potenza del vento per alimentare la produzione industriale. Il passaggio dai mulini a vento ai grandi impianti di oggi ha conosciuto una tappa cruciale tra il 1920 e il 1930, in seguito all’evoluzione di turbine per la trasformazione dell’energia idraulica.
Infine, la crisi petrolifera del 1973 ha fatto rinascere l’interesse per le fonti energetiche rinnovabili, tra cui quella eolica, che in certi casi si dimostra competitiva con i combustibili fossili.
IL VENTO FA MERAVIGLIE
Accanto ai tanti progetti virtuosi che forniscono energia green a siti industriali, ci piace segnalare alcune spettacolari iniziative che hanno come motore due cose: il vento e la voglia di stupire.
Dall’Inghilterra, e precisamente dal Mare del Nord, arriva la notizia della creazione del parco eolico East Anglia One: dotato di 102 turbine eoliche e di una capacità installata di 714 megawatt, è il parco offshore più grande al mondo con i suoi 300 chilometri quadrati di estensione. “Una volta pienamente operativo” ha dichiarato il project manager Charlie Jordan “East Anglia One produrrà l’energia rinnovabile di cui il Regno Unito ha bisogno, fornendo al contempo posti di lavoro ed opportunità stabili per le persone e le imprese locali”.
Non è da meno l’Italia: il progetto MeDWos (Mediterranean Wind Off-Shore) prevede la costruzione di un parco eolico galleggiante in mare aperto, a 60 km dalle coste sicule. Toto Holding, il gruppo italiano che lo sta sviluppando, ha snocciolato alcuni numeri interessanti: 190 turbine, una potenza erogata pari a 2.9 GW e un potenziale produttivo in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di 3.4 milioni di famiglie. Il tutto per la modica cifra di 9 miliardi di euro: quando si dice non aver paura di buttare i soldi al vento…
E dato che le Olimpiadi giapponesi sono alle porte, chiudiamo con una struttura che porta la sostenibilità ambientale a livelli eccelsi: si tratta del nuovo Olimpico di Tokyo, il primo stadio in grado di catturare il vento. All’interno dell’impianto, infatti, non sarà presente l’aria condizionata e si punterà su un sistema di canalizzazione del vento del Nord, in modo da limitare in maniera naturale il forte caldo previsto per luglio e agosto. L’unico aspetto negativo dell’impianto è il costo eccessivo: ben 1,3 miliardi di euro. Ma i giapponesi sono pronti a scommettere sull’efficacia dell’innovativo impianto, che essendo realizzato completamente in tavole di cedro (13mila, per la precisione, provenienti da ogni parte del Giappone), è stato prontamente ribattezzato “stadio foresta”.