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Gentilezza, un elisir di lunga vita

9 Novembre 2019 Gentilezza, un elisir di lunga vita

Si vive meglio se si è gentili. Non è la solita frase retorica, ma è la scienza che lo afferma: sempre più studi clinici dimostrano che la gentilezza ha effetti benefici e terapeutici sulle nostre relazioni interpersonali. Scopriamo quali sono e come la nostra vita cambia se è la gentilezza a guidarci.

 

La calda e spensierata estate ha da poche settimane ceduto il passo all’autunno. Una stagione sorniona, nonostante la ripresa delle attività lavorative. Anche a voi, probabilmente, sarà capitato in questi giorni di soffermarvi a guardare il tramonto e pensare al momento del relax, ancora più gradevole dopo una giornata lunga e impegnativa.

Novembre, mese di pioggia e cielo grigio, ma anche mese della gentilezza.

Lo scorso 13 novembre si è infatti celebrata la Giornata Mondiale della Gentilezza, una pratica che forse negli anni abbiamo colpevolmente abbandonato, nonostante siano numerosi i benefici che essa dispensa ad ognuno di noi. Recenti studi clinici dimostrano che la gentilezza ha effetti terapeutici sulle nostre relazioni interpersonali.

Grazie alla gentilezza si guadagnano simpatie, circondandosi di un clima positivo e sereno. La vera ‘convenienza’ della gentilezza, tuttavia, sta proprio nell’essere gentili: questo atteggiamento dà infatti un senso e un valore alla nostra esistenza, facendoci dimenticare i guai quotidiani e sentire bene con noi stessi.

Secondo il Professor Stefano Caracciolo, ordinario di Psicologia Clinica presso l’Università di Ferrara, la gentilezza calma l’aggressività, e in caso di diverbi accesi placa la rabbia.

Alle parole del Prof. Caracciolo si aggiunge lo studio condotto dai ricercatori del National Institute on Aging di Baltimora, che dimostra come la gentilezza aiuti a prevenire malattie cardiovascolari o ictus: infatti, è stato verificato che i soggetti con temperamento più competitivo e aggressivo tendono a sviluppare più facilmente un ispessimento delle carotidi che aumenterebbe sensibilmente il rischio di infarto.

La gentilezza è inoltre un toccasana anche per ciò che riguarda la nostra sfera professionale: chi è gentile lavora meglio e riesce a mantenere il posto di lavoro più a lungo rispetto a una persona scontrosa. Una ricerca della North Carolina State University ha infatti mostrato come, in un gruppo di lavoro, un capo che tratta con gentilezza i propri dipendenti otterrà risultati migliori grazie al clima di fiducia che crea, motivandoli a lavorare di più.

Vi trovate coinvolti in un diverbio? Provate a usare toni gentili e come d’incanto la discussione prenderà un’altra direzione. Il motivo? Il cervello dell’altra persona registrerà uno stile di comunicazione totalmente diverso da quello rabbioso che stava utilizzando, quindi sarà costretta ad adeguarsi allo stesso stile.

Infine un ultimo, ma non meno importante, vantaggio: essere gentili non costa. Oggi più che mai siamo distratti da tante cose, sempre sotto stress e questo ci porta a vedere nell’altro un nemico e non un’altra persona con cui poter instaurare relazioni positive e solide. Essere gentili non deve essere un’imposizione, altrimenti si rischia di scivolare nella falsa gentilezza: scegliamo di essere gentili perché ci piace farlo e viviamo bene in questa dimensione.

Non aspettiamoci che il mondo possa essere sempre improntato alla gentilezza. Ricordando la celebre frase del Mahatma Ghandi “Sii il cambiamento che vorresti vedere nel mondo”, quest’atteggiamento Ma quest’atteggiamento deve nascere da noi in maniera spontanea: solo così potrà cambiare il modo di essere degli altri.

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