71 anni e non sentirli: è il Festival di Sanremo, un appuntamento che ogni volta ci sembra superato, ma che puntualmente si fa spazio nei nostri discorsi e nelle nostre orecchie. Per salutarne l’edizione 2021 abbiamo raccolto per voi dieci brani pop sanremesi da cantare a squarciagola. Pronti per una playlist di vero benessere?
IL FESTIVAL, CROCE E DELIZIA ITALIANA
Polemiche, smentite, critiche, giudizi: se pensate che il Festival di Sanremo 2021, in epoca di distanziamento e pandemia, stia scatenando più mugugni del dovuto, vi consigliamo un ripasso delle edizioni precedenti. Eh sì, perché la critica al Festivalone nazionale è da 71 anni suonati una costante dell’Italia generalista e pop (anche se poi, sotto sotto, un Festival ogni tanto lo guardano anche gli intellettuali più impegnati). Ma la verità è che, accantonato il rituale contorno di critiche assortite, Sanremo rimane un incredibile serbatoio di musica, che negli anni ha visto tante meteore, perse nel giro di pochi passaggi radio, bilanciate da un pugno ben assortito di capolavori pop destinati a imprimersi nella memoria collettiva. Per prepararvi alla controversa edizione di quest’anno, perciò, noi abbiamo selezionato una playlist di brani che trasmettono energia positiva da cantare a squarciagola: una fonte di autentico benessere musicale!
NOVE BRANI POP (E UN LENTO FINALE)
- Partiamo dal lontano 1961 per una hit che ci riporta all’Italia del boom economico, delle Lambrette e delle acconciature vaporose: il cantautore Gianni Meccia porta al Festival “Patatina”, che, grazie anche al duetto con Wilma De Angelis, diventa subito un tormentone. La sua contagiosa longevità è confermata dal fatto che ancora oggi la si può riascoltare, magari come colonna sonora di qualche spot!
- Innovativa, estrosa, funambolica e già allora – a soli diciannove anni – in netto anticipo sui tempi: è un’esordiente Mina, che sempre nel 1961 regala al mondo “Le Mille Bolle Blu”. Il brano, che ancora oggi terrorizza qualsiasi interprete per le proibitive evoluzioni vocali, si classifica quinto. Ma, dopo sessant’anni, continuiamo instancabilmente a cantarlo (o almeno a provarci!).
- Facciamo un salto di dieci anni e ci ritroviamo all’Ariston nel 1972: di scena ci sono i Delirium, gruppo prog che vedeva come frontman un giovane e sconosciuto flautista chiamato Ivano Fossati. La band propone “Jesahel”, un singalong hippie basilare e contagioso che conquista le radio e regala alla band un briciolo di immortalità. Provate a non unirvi al coro finale!
- Il 1978, poco prima del decennio che avrebbe sancito il predominio del pop radiofonico, vede protagonista sul palco di Sanremo il cantautorato sardonico e impegnato di Rino Gaetano. Che all’Ariston presenta la sua “Gianna”, colorata e trasgressiva eroina che “non perdeva nemmeno un minuto per fare l’amore” e “difendeva il suo salario dall’inflazione”. Il risultato? Uno dei più grandi successi degli ultimi quarant’anni, che possiamo definire a tutti gli effetti evergreen.
- A celebrare gli anni ’80 arriva l’elegante electropop dei Matia Bazar, che nel 1983 si piazzano quarti con le loro “Vacanze romane”. Arrangiamenti raffinati, una melodia eterna e la voce carismatica di Antonella Ruggiero fanno guadagnare al complesso ligure un onorevole quarto posto, nonché uno spazio nella memoria collettiva del Belpaese.
- Se i duetti sono pane quotidiano per l’ambiente sanremese, la sorpresa arriva sui terzetti: nel 1987 tre moloch del cantautorato italiano come Tozzi, Morandi e Ruggeri si uniscono per dare voce a “Si può dare di più”, pop allo stato puro da cantare a squarciagola con gli amici mentre si torna da una giornata di mare. E infatti il brano sbanca sia la classifica del Festival che quelle di vendita, colonizzando ogni radio per i mesi a venire.
- Avviciniamoci ai giorni nostri con una doppietta di brani killer, portati sul palco dell’Ariston dal camaleontico Daniele Silvestri: l’autore romano inanella infatti due colpi da maestro con “Salirò” (2002) e “La Paranza” (2007), nei quali mette la sua scrittura impegnata e virtuosa al servizio di ritornelli a presa rapida, anzi rapidissima. Rispettivamente quattordicesima e quarta nelle classifiche finali, le due canzoni rimangono ancora oggi delle hit da cantare (e soprattutto ballare) con estremo piacere.
- Se si parla di brani energici, non possiamo non citare “Occidentali’s Karma”: l’exploit di Francesco Gabbani, che nel 2017 si presenta sul palco in tandem con uno scimmione danzante, diventa un vero e proprio tormentone a cui nessuno riesce a resistere. E che, siamo sicuri, andrà ad aggiungersi alla lista degli evergreen sanremesi da riascoltare negli anni a venire.
- Vi avevamo promesso una playlist zeppa di pop raggiante, ma ci contraddiciamo e chiudiamo con il classico lento di fine serata: tra le tante opzioni possibili vi proponiamo “Canzoni alla radio”, con cui gli Stadio celebrano il fantastico mezzo che da ormai oltre cent’anni ci regala tante emozioni pop. Al Festival del 1986 il brano si piazzò ultimo, come spesso accade alle migliori proposte, ma il pubblico ha saputo rivalutarlo nel tempo, garantendogli il successo che meritava.
Siamo arrivati alla fine della nostra playlist: una carrellata attraverso gli anni e le melodie sanremesi, nell’attesa che si accendano i riflettori sull’ennesima edizione del Festival dei fiori e del bel canto. E voi, di quali brani nati sul palco dell’Ariston non potreste proprio fare a meno? Buon Sanremo a tutti!